DEVITALAW Rassegna Stampa

Frodi. L’evoluzione delle tecnologie al servizio del male

Leggi l’articolo originale su Il Sole 24 Ore – Plus 24
di Stefano Elli

Come cambiano gli strumenti finanziari e le metodologie utilizzate per convincere i risparmiatori a gettare il proprio denaro nelle fornaci della malafinanza. Trucchi, raggiri e contromisure

Cominciamo da una buona notizia. Il 2 luglio scorso sulla Gazzetta Ufficiale n°153 è stata pubblicata la Legge 90 del 28/6/2024. Che cosa contiene? Una serie di misure che vanno a modificare il codice penale e il codice di procedura penale inasprendo (e non di poco) le pene per i reati che vengono commessi attraverso l’universo Cyber.

Prima della pubblicazione in Gazzetta della legge 9o una truffa perpetrata via web era trattata con le medesime attenzioni dedicate alla truffa semplice o aggravata. Reato poco più che bagatellare, con tempi di prescrizione irrisori.

Con la nuova normativa non più. Anzi. Alcuni reati vengono considerati alla stregua di quelli commessi dalla criminalità organizzata, con tutte le conseguenze che ne derivano, soprattutto in tema di contromisure investigative (intercettazioni incluse).

Finanza adulterata

Soprattutto quelli commessi in tema di finanza adulterata. Quella che è passata direttamente dagli investimenti su false piattaforme di trading online su cui scambiare (o fingere di scambiare) contratti per differenza (cfd), Spread bets, e altri strumenti derivati, a schemi Ponzi ad alta e altissima tecnologia.

L’evoluzione della fattispecie della truffa high tech consiste proprio in questo: proporre investimenti su strumenti sempre più evoluti e collegati all’universo digitale: in primo luogo criptovalute, spesso connesse a ulteriori proposte di operazioni legate all’intelligenza artificiale.

Impianto meccanico

L’impianto meccanico di partenza non differisce poi di molto rispetto a quello stranoto dello schema Ponzi, lo stesso inventato nel 1919 da Charles Ponzi negli Stati Uniti del proibizionismo: l’investimento del primi clienti viene remunerato con l’investimento degli ultimi clienti. Se si esaurisce il flusso del nuovi clienti o se si registra una forte richiesta di disinvestimento, allora il meccanismo si inceppa e il castello di carte (false) crolla inesorabilmente. Quale sia lo strumento su cui si investe (o si crede di investire) non ha alcuna importanza:possono essere quote di multiproprietà immobiliari, bond, commodities. Oggi abbiamo due varianti: l’utilizzo massivo di schemi piramidali e la complessità oggettiva delle operazioni di investimento.

Combinato disposto

Entrambe le cose producono un combinato disposto particolarmente pericoloso: «Da una parte – spiega Roberto De Vita, penalista dello studio Devitalaw e docente alla Scuola di Polizia economico finanziaria della Guardia di Finanza – la scelta dei target: effettuata su specifiche caratteristiche anagrafiche e di capacità di spesa (tipicamente una popolazione agée che va dai 65 ai 75 anni) che, se da una parte dispone di capitali spesso ingenti, dall’altra non ha né cultura tecnologica né formazione appropriata per comprendere appieno funzionamento, terminologia e meccanismi delle criptovalute. E⁠ ⁠qui si innesta un ulteriore tema che a a mio giudizio rappresenta un enorme vulnus nel sistema. Sto parlando dell’Intelligenza artificiale generativa».

Intelligenza generativa

«Quando se ne parla in genere – prosegue De Vitasi fa riferimento a quelle tipiche alterazioni di immagini, video e audio che vengono diffuse sul web e che utilizzano falsi testimonial: persone di successo che suggeriscono investimenti particolarmente allettanti. In realtà il fenomeno è molto più complesso pervasivo e pericoloso di così».

Meccanismi d’interazione

L’intelligenza artificiale generativa «ha anche la capacità di innescare un meccanismo di interazione psicologica profonda con il soggetto individuato come target. Con l’IA si ha la possibilità di studiare approfonditamente le caratteristiche individuali della vittima in un lavoro di social engineering molto approfondito e dettagliato. A cominciare dalla profilatura del target in termini di propensione al rischio, delle sue esigenze di vita, delle attività universitarie dei suol figli e delle necessità finanziarie per la prosecuzione dei loro studi. Il tutto contribuisce alla creazione di un rapporto per molti versi simile a quello che intercorre tra cliente della banca e gestore o, ancora, tra cliente e consulente abilitato all’offerta fuori sede. Dunque un’intelligenza in grado di carpire persino le fragilità psicologiche del soggetto per metterle a reddito. Il punto è che si tratta di un rapporto falso in partenza e che nasce ab origine con indubitabili intenti fraudolenti».

Una freccia che viene scagliata su un bersaglio immobile, il più delle volte non attrezzato culturalmente ad affrontare la tecnologia se non come ferro del mestiere per risolvere problemi spicci e non come un cavallo di Troia che potenzialmente contiene pericoli enormi per la sopravvivenza del suo patrimonio.

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